Psicologia Somatica

Psicologia Somatica

La psicologia somatica è l’evoluzione moderna della psicosomatica. In origine si riteneva che certe personalità favorissero alcune patologie anche fisiche. “Il Corpo non mente” si è sempre detto. Ma che cosa vuol dire? E come si fa a far ‘parlare’ il corpo, affinchè racconti il perché ha lasciato entrare la malattia, e con essa le ferite che andranno rilasciate, per vivere pienamente il nostro corpo e la nostra mente come un solo essere. Ma siamo un solo essere?


Può essere fantastico prendere consapevolezza che siamo una società materialista ma con poca corporeità. Cosa vuol dire? Che guardiamo ai nostri obiettivi per darci piacere e soddisfazioni senza comprendere che è solo nell’incontro che si possono concretizzare. Nell’incontro con gli altri, nel NOI. Ma anche nell’incontro con SE’ STESSI, a livello psico-logico e soprattutto corporeo. Non sembra facilissimo capire questa semplice verità perché ovvia in sé, e altrettanto non sembra facilissimo entrare dentro il nostro corpo per diventarne un tutt’uno, scoprendo che l’estasi è dietro l’angolo se riusciamo davvero in questa meragliosa sintonia. Se l’estasi è tuttavia momentanea come la felicità, la serenità dura per sempre.

Il dialogo con noi stessi? E cos’è? Avete già letto il primo articolo nel Blog? E allora cosa ne pensate? Perché abbiamo bisogno di dialogare con noi se siamo gli stessi noi che ci troviamo di fronte ogni mattina mentre ci guardiamo allo specchio per lavarci, truccarci o farci la barba? Già il fatto di usare la particella NOI è particolare se non inquietante. Noi chi? Io non vedo che me stesso. Ma allora IO sono io o io sono ME? Chi è il me? E il SE’? E il NOI che uso quando parlo con uno schierandomi con chi la pensa come me? Quando parlo come figlio chi sono in realtà? O quando parlo come fratello/sorella piuttosto che come genitore? O se sono solo un conoscente piuttosto che un amico? Ma chi sono dannazione! Uno nessuno o centomila? Quante anime abbiamo?

La sindrome del colon irritabile è probabilmente dovuta sia ad una causa di tipo metabolico (scarsa capacità digestiva, abusi alimentari, allergie o intolleranze) che ad una causa di tipo mentale (legata alle emozioni, al temperamento individuale, alle nevrosi, allo stress, a shock e paure più o meno pregresse e profonde); in tutti i casi, bisognerà rendere l’intestino meno reattivo agli impulsi nervosi.

Il sistema digerente è collegato sia al piano mentale che emozionale. Riceve infatti il nutrimento e lo tratta, smembrandolo e rendendolo assimilabile dall’organismo.

A quanto pare, più il soggetto indulge nei pensieri e nel dialogo interno senza soluzione,  più  difficoltà manifesterà nella digestione. Le cene di lavoro vanno bene, però spesso mentre si cena si ride si scherza ma solo alla fine si parla di lavoro. Anche il grado di introversione (cioè quanto tendiamo a non socializzare i nostri vissuti interni) appare un indice che mal si accompagna con un’ottimale capacità di assimilazione dei cibi e successiva attività digestiva.

La psicosomatica è una disciplina in cui a mio avviso occorre coniugare il saper fare psicoterapeutico con la conoscenza del modo in cui funziona il nostro cervello ai suoi vari livelli nonchè un continuo aggiornamento nel campo delle neuroscienze.

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