Scritto da Dott. Armando Gabriele
Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.
Studi in Orbassano, Asti, Torino
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO VERSO I DISTURBI DELLA PERSONALITA’
In un precedente articolo scrivevo come le esperienze relazionali con i caregivers possono portare l’individuo a strutturare legami di attaccamento che secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby sono di quattro tipi: sicuro, insicuro ambivalente (o ansioso resistente), insicuro evitante (o distaccato), oppure attaccamento disorganizzato.
Nel caso di attaccamento sicuro le capacità di resilienza acquisite portano la persona a saper reggere le frustrazioni e considerarle come utili esperienze di apprendimento cui attingere nelle successive, con la capacità di godere delle esperienze risultate positive e ‘nutrienti’.
Negli altri casi, il soggetto tenderà a ricercare un modello di strategia relazionale reputato utile sulla base di atteggiamenti reattivi e adattivi, sicché la personalità si baserà...
e circuiterà basandosi prevalentemente su tali modalità che diventeranno via via più pervasive (generalizzate) nei vari ambienti di vita (familiare, sociale e scolastico o professionale). La personalità vira dunque verso un funzionamento che possiamo chiamare ‘apparentemente normale’ e tenderà a strutturarsi in quadri simili a quelli tratteggiati negli 11 disturbi di personalità. Mentre nelle forme di attaccamento disorganizzato il soggetto tende a passare attraverso tutte queste 11 configurazioni, gli individui che hanno strutturato i pattern di attaccamento insicuro o distanziante tenderanno a ‘virare’ solo su alcune di queste modalità, poiché le altre sono meno consone al modo in cui tendono a strutturare rapporti e legami.