Disturbi di personalità

I disturbi della personalità sono il tentativo del soggetto, che spesso ha vissuto durante la sua vita (durante la gravidanza, durante l’infanzia, l’adolescenza e a volte durante l’età adulta) delle situazioni traumatizzanti e che lo hanno fortemente destabilizzato, di adattarsi alla vita quotidiana ed alle relazioni personali, sociali e lavorative.

Al fine di trovare modalità d’interazione, atteggiamento e comportamento che giudica congeniali a mantenere uno stabile senso di autostima, autoconsiderazione ed autoaffermazione, tende a sviluppare e strutturare delle modalità e schemi d’azione caratteristici che gli permettano di evitare di sentirsi inadeguato o di farsi destabilizzare e condizionare dall’ambiente.

Tali schemi di percezione, pensiero, reazione, relazione, atteggiamento e comportamento sono tratti di personalità che vengono riassunti, secondo i manuali psichiatrici internazionali di riferimento per gli specialisti, ovvero il D.S.M. (diagnostic and statistical manual of mental disorders) e l’ICD (international classification of diseases), in 10 diversi disturbi che vengono categorizzati e valutati clinicamente quando queste modalità sociali disadattive sono diventate talmente rigide ed utilizzate con continuità tale da compromettere il funzionamento relazionale e lavorativo dell’individuo.

Tali disturbi erano sostanzialmente 11, diminuiti a 10 per l’estromissione del disturbo passivo-aggressivo, e suddivisi in tre gruppi (cluster A, B, C), in base a caratteristiche ritenute simili. Il disturbo paranoide, schizoide e schizotipico sono ricompresi nel cluster A. Nel cluster B sono stati ricompresi il disturbo borderline di personalità, il disturbo narcisistico, il disturbo istrionico ed il disturbo antisociale. Nel cluster C sono stati inseriti il disturbo evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo.  

Il cluster A si evidenzia in pazienti che appaiono strani ed eccentrici, mentre nel cluster B paiono caratterizzarsi per comportamenti stravaganti, emotivi e drammatici, e nel cluster C in comportamenti ansiosi o paurosi.

E’ da considerare che questi tre diversi gruppi non sempre trovano il ‘gradimento’ dei diversi clinici.

Nel mio caso considero ancora valido il disturbo passivo-aggressivo e distinguo due diverse categorie di disturbi in base alla gravità clinica ed alla progressione ragionata dei tentativi di adattamento degli individui ed allo stile o disturbo dell’attaccamento caratteristico del soggetto.

Da un lato posso evidenziare, a partire da disturbi dell’attaccamento insicuro-resistente o ambivalente, il disturbo istrionico della personalità, disturbo narcisistico, borderline, paranoide e antisociale. All’interno di tali profili un atteggiamento verso la relazione (e a volte verso se stessi) caratterizzato da attacco verbale (e nei soggetti antisociali anche fisico), blocco, mascheramento e manipolazione nelle relazioni.

Dall’altro lato evidenzio i disturbi dell’attaccamento insicuro evitante o distaccato, suddivisi in: disturbo dipendente, ossessivo-compulsivo, passivo-aggressivo, evitante, schizoide, schizotipico. Sono caratterizzati da un approccio alle relazioni e situazioni sociali distaccato, distanziante fino all’isolamento, in taluni casi tendente al perfezionismo o al finto tentativo di compiacere le aspettative degli altri per non esserne invasi psicologicamente o giudicati.

 

Ott 14

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

E SE JOKER AVESSE RAGIONE?

Guardando il film: “Joker: Folie à deux” del 2024 mi è venuto da pensare a quale disturbo psichico si riferisse il film, che al momento del processo si riferisce a Joker-Arthur come ad un individuo affetto da personalità multipla.

Il senso dell’intero film ‘gira’ intorno a questa possibilità, che il protagonista stesso sembra sfatare, lasciando nel finale (spoiler) la propria eredità ad uno psicopatico in grado di prendersi la scena e l’attenzione dell’opinione pubblica così come aveva fatto lui stesso uccidendo in diretta televisiva il conduttore del programma che lo aveva ospitato, anticipando il mezzo televisivo la curiosità della gente comune rispetto ad un uomo non comune.

Qualche giorno fa, alla manifestazione pro Palestina organizzata a Torino ad un anno dall’attacco di Hamas contro Israele che ha acceso nuovamente il conflitto in vasta scala in Medioriente, corteo peraltro non autorizzato dalla Questura e dunque illegale, tutti i mezzi audiotelevisivi hanno riportato l’audio di un manifestante che tra l’altro proferiva una frase presente in grande evidenza nel film precedente Joker del 2019, ossia “riprendiamoci la città”, in quel caso riferendosi a Gotham City.

Dicevo che ad un certo punto del film, l’uomo comune Arthur, quell’uomo sofferente per il suo passato e per il proprio senso di mediocrità che la vita gli aveva portato, decide di deporre le armi da super-eroe che il personaggio di Joker, nato peraltro dal tentativo di aiutare i bambini ammalati in ospedale nell’attività di clown therapy, aveva creato in lui e nella società che lo aveva magnificato, idolatrandolo.

L’obiettivo a mio avviso più interessante del film è il tentativo di spiegare come nel cuore dell’uomo vi sono due istinti (Freud docet) predominanti: quello dell’amore e quello della violenza, quest’ultimo ispirato dalla rabbia, dall’odio e dal risentimento. Questi ultimi peraltro i precursori della guerra in Medioriente prima ancora delle ragioni del diritto alla sovranità di ciascun popolo e i diritti acquisiti sui territori occupati.

Nel film Arthur rinuncia a lottare servendosi di Joker nel momento in cui si accorge che l’amore che gli è stato indirizzato era riservato al proprio alter ego e non a lui in quanto persona comune.

Ma servirsi consapevolmente di un alter ego (come avverrà quantomeno nella seconda parte del film) è indice di un disturbo di personalità multipla oppure di organizzazione di personalità istrionica ed antisociale?

Ritengo che se guardiamo al fenomeno sociale possiamo avvicinarci anche ai recenti e sempre più frequenti femminicidi, aumentati a mio parere di pari passo con l’aumento dell’attenzione mediatica. Nell’epoca dei social diventare un essere sociale riconosciuto e riconoscibile promette (fatuamente) il riscatto di molte frustrazioni accumulate, di risentimenti e sentimenti d’impotenza, d’indegnità e scarso valore personale. L’appropriazione dello status di carnefice come Joker fa nel film lo porta a sentirsi in carcere un uomo solo, disperato e dall’atteggiamento in buona misura catatonico, ma che decide di riscattarsi portando il proprio show in Tribunale e favorendo la crescita del caos sociale, spia di un malcontento generalizzato.

E tuttavia fa tutto ciò sotto la spinta dell’amore, della possibilità di costruire una piccola montagna d’amore credendo di essere stato riconosciuto come persona ed essere umano prima di tutto sensibile vessato da una vita di sofferenze e fallimenti. La maschera di joker è dunque riconosciuta funzionale a rivendicare la propria dignità di persona qualunque, ossimoro macchiavellico e patologico pur sempre umano nella sua illogicità... 

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

NORMALITA’ O PATOLOGIA NEL FILM INSIDE OUT?

Nel film “Inside Out” ci si riferisce ad una bambina normale cresciuta all’interno di una famiglia con relazioni genitoriali sane, che ha potuto sviluppare uno STILE DI ATTACCAMENTO SICURO.

Qual è la differenza tra una persona normale ed un individuo traumatizzato con uno stile di attaccamento disregolato e con possibilità di sviluppare un disturbo/organizzazione di personalità oppure un disturbo somatico su base psicogena?

Tutte le persone vanno inclini in certi momenti a perdere il controllo dei nervi e quindi a manifestare comportamenti impulsivi di cui in breve si pentono. La differenza è nello spazio di latenza, cioè di tempo che intercorre tra i due momenti. Chi ha una personalità ‘normale’ o equilibrata si rende conto dopo pochi attimi di star esagerando ed essere usciti fuori dalle proprie modalità standard, rientranno così ‘in sé’ e riacquistando le proprie capacità, qualità, modi di pensare, sentire e soprattutto percepire emozionalmente ciò che accade nell’ambiente.

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO VERSO I DISTURBI DELLA PERSONALITA’

In un precedente articolo scrivevo come le esperienze relazionali con i caregivers possono portare l’individuo a strutturare legami di attaccamento che secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby sono di quattro tipi: sicuro, insicuro ambivalente (o ansioso resistente), insicuro evitante (o distaccato), oppure attaccamento disorganizzato. 

Nel caso di attaccamento sicuro le capacità di resilienza acquisite portano la persona a saper reggere le frustrazioni e considerarle come utili esperienze di apprendimento cui attingere nelle successive, con la capacità di godere delle esperienze risultate positive e ‘nutrienti’. 

Negli altri casi, il soggetto tenderà a ricercare un modello di strategia relazionale reputato utile sulla base di atteggiamenti reattivi e adattivi, sicché la personalità si baserà... 

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

I soggetti con un basso funzionamento hanno scarse capacità di plasticità emotiva e strategica, sicché tendono ad affrontare la realtà interna ed esterna riuscendo a ricorrere ad un solo cambiamento di assetto che via via si irrigidisce e consolida ‘accontentandosi’ di quanto si riesce a ricevere e strutturandosi in una sorta di ‘comfort zone’ nella quale ci si ostenta a permanere per difendersi da qualsiasi tentativo degli altri di farci cambiare. 

Nel caso di soggetti ad alto funzionamento invece la capacità di apportare cambiamenti nei propri modelli di azione consente più facilmente modifiche successive sulla base delle risposte dell’ambiente esterno.  

In quest’ultimo caso tale capacità di modificare le proprie strategie può scontrarsi con gli eventuali traumi episodici (traumi semplici) i cui effetti limitano il proprio modo di sentire (nei disturbi dell’identità) o di agire o reagire agli eventi e situazioni di vita che incontra (nei disturbi appunto della personalità)...

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

 

I disturbi di personalità a mio modo di vedere possono essere manifestati dai soggetti in maniera rigida o più fluida. Cosa significa questo e in quali casi? 

Innanzitutto occorre precisare come tali disturbi insorgano in persone che non riescono a fronteggiare le proprie esperienze di vita in modo per loro soddisfacente né a sentirsi soddisfatti di sé stessi per ciò che vivono soprattutto in riferimento ai loro desideri e riuscita a livello individuale (essere bravo e divertirsi in uno o più sport o altre competenze), relazionali, di coppia (relazioni affettive amicali e sentimentali) o relazionali di gruppo (amicali e cooperative per es. sportive) o a livello di senso di affermazione scolastica o professionale. 

Ott 11

 Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

Le persone che hanno vissuto una condizione di crescita traumatizzante (tra l’infanzia e l’adolescenza), colpite dunque da quello che i clinici chiamano “trauma complesso” oppure “trauma dello sviluppo” tendono a sviluppare con gli anni un disturbo della personalità. Tali disturbi, a seconda dell’intensità e pervasività nelle aree della vita (autonomia personale, interazioni sociali, area delle capacità lavorative, comprensione e rispetto di regole e norme) possono in caso di maggiore adeguatezza (i soggetti cosiddetti ad alto funzionamento) configurarsi maggiormente su un piano nevrotico, piuttosto che

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

I disturbi della personalità conseguono a traumi dello sviluppo o complessi, dovuti a condizioni di vita continuative che hanno destabilizzato l’individuo e non a singole situazioni episodiche.  

Si edifica in questi casi una struttura traumatica cui la personalità ‘apparentemente normale’ (a.n.p.) che si adatta alla realtà in modo da cercare di vanificare gli effetti dannosi a livello psichico e psicologico della struttura traumatica.

Ott 11

Scritto dal Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità. 

Studi in: Orbassano, Asti, Torino  

 

 

Come si cura un soggetto affetto da disturbo istrionico di personalità?

Occorre aiutarli a prendersi cura di sé, a prendersi la responsabilità dei loro gesti, atteggiamenti e comportamenti. Ma anche dei propri pensieri, sensazioni ed emozioni.

Responsabilizzandosi impareranno a differenziare la loro realtà esterna da quella interna, scoprendo attraverso ciò che percepiscono sia dall’una che dall’altra la continuità del proprio sé ed a sentirsene orgogliosi.

Ott 11

 

Scritto dal Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità. 

Studi in: Orbassano, Asti, Torino

  

I soggetti affetti da disturbo istrionico della personalità sentono che a causa degli altri sono stati privati della capacità di autodeterminazione e di curarsi di sé stessi, dunque proiettano sugli altri tutte le responsabilità che in qualsiasi modo alle difficoltà di gestire la propria vita.

L’aspetto che solitamente attiva il loro disturbo è la sensazione di essere incapaci, cosa che li induce incessantemente a chiedere e pretendere l’aiuto pratico degli altri ma anche il loro sostegno, ascolto, l’essere d’accordo con loro e la comprensione delle loro esigenze e bisogni.  

Ott 11

 

Scritto dal Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità. 

Studi in: Orbassano, Asti, Torino

 

 Da un punto di vista clinico qual’è tra le due condizioni patologiche quella più grave e quella più difficile da curare? 

Entrambe sono difficili da trattare. L’organizzazione di personalità richiede la necessità d’integrare le varie modalità di funzionamento sottoponendole alla guida del sé della persona, mentre nella struttura di personalità disturbata il funzionamento è sempre e in maniera continuativa il medesimo, ed è quindi più agevole capire quale direzione terapeutica seguire ed in quale direzione guidare il soggetto a seconda del tipo di disturbo,

Ott 11

 

Scritto dal Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità. 

Studi in: Orbassano, Asti, Torino

 

Quando il soggetto riesce a gestire le varie situazioni ‘soltanto’ attraverso l’innesco di un’unica tipologia di modalità reattiva verrà a costruirsi una struttura dissociativa traumatica di tipo specifico chiamata disturbo di personalità. Sono ad oggi stati ad oggi diagnosticati in psichiatria 11 principali disturbi di personalità: il disturbo di personalità istrionico, narcisistico, borderline, paranoide, antisociale, dipendente, ossessivo-compulsivo, passivo-aggressivo, evitante, schizoide, schizotipico.

Mar 26

Scritto dal Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale, ipnosi, schema therapy, emdr.

Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità. 

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

Nel numero di aprile anno 2015 della rivista ‘Mente e Cervello’ l’articolo di pag. 25 ‘Le origini nel narcisismo dei bambini’, si riporta quanto segue.

“ll narcisismo emerge fin dall'infanzia, in bambini sopravvalutati dai genitori: è quanto emerge da una ricerca pubblicata sui ‘Proceedings of the National Academy of Sciences. Malgrado la mole di studi sull'argomento, l'origine del narcisismo non è ancora stata chiarita, e attualmente si fronteggiano due modelli. Nella teoria dell'apprendimento sociale, si ritiene che un bambino abbia più probabilità di diventare narcisista quando i suoi genitori lo sopravvalutano, suggerendogli l'idea di essere speciale rispetto agli altri. Nella teoria psicoanalitica, invece, il piccolo narcisista ha origine da genitori che mancano di calore affettivo nei suoi confronti. […] Per verificare quale delle due ipotesi fosse la più probabile, Eddie Brummelman e i suoi colleghi dell'Università di Amsterdam, nei Paesi Bassi, hanno valutato  565 bambini olandesi di età compresa tra 7 e 11 anni, sottoponendoli, insieme a 705 dei loro genitori, ad alcuni questionari nell'arco di un anno e mezzo. Dall'analisi delle risposte è emerso che la sopravvalutazione da parte dei genitori era un elemento correlato al tratto narcisistico dei bambini, mentre non è risultato nulla di rilevante per la mancanza di calore nelle cure genitoriali” (articolo a cura di Carola Bimbi).

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