significa tempo presente, concretezza, esserci, vivere, SICUREZZA, CONTROLLO sulla realtà, toccarla ‘con mano’, tangibilmente. Il distanziamento imposto incute invece la PAURA che l’altro possa essere tossico, PERICOLOSO per noi.
Il doversi sempre pulire col GEL ci fa sentire VULNERABILI, specie se giovani d’età, perché è più difficile distinguere un pericolo IPOTETICO da uno reale e immediato.
I ragazzi tendono a schermarsi facendo finta di non crederci, di non prendere sul serio la cosa, sminuendola allo scopo di smitizzarla. Far questo a livello mentale però è un processo solo in parte volontario, costruito, che rischia di lasciare più spazio all’altro processo, quello para-logico, che può paralizzarci nella paura che più viene nascosta verso il fuori più si fa strada verso l’interno di noi. Il ragazzino fa finta di niente ma cresce in lui una sorta di dubbio, di timore, che viene dissimulato a scuola sorridendo, scherzando, schernendo l’altro per fargli vedere che lui/lei non ha paura né timore.
La mascherina, lo dice la parola stessa, è una forma di MASCHERAMENTO, come sui social, che ci porta a diventare da un lato più aggressivi perché più al sicuro in quanto più nascondibili ma dall’altro lato più oscuri, meno intelligibili, meno prevedibili.