LA REGOLAZIONE EMOTIVA In evidenza

Ott 11

Scritto da Dott. Armando Gabriele

Psicoterapeuta sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale. Esperto in disturbi psicosomatici, disturbi post-traumatici da stress, disturbi di personalità.  Tecniche: ipnosi clinica, schema therapy, emdr.

Studi in Orbassano, Asti, Torino

 

Gli impulsi emotivi (cosi come le varie manifestazioni psicologiche) hanno spesso un intento protettivo e tuttavia tendono a sovrastare il funzionamento organizzato del  soggetto, che non riesce  così a riflettere, valutare correttamente la situazione ed a pensare ad una risposta attiva e proattiva. Attraverso l’impulso reagisce in modo stereotipato. Quando viviamo una situazione che non riusciamo a controllare o a gestire, di fronte alla pressione ad emettere una risposta opponiamo un impulso emotivo.

Si tratta dunque di una reazione che sostituisce il pensiero, la riflessione. E la capacità di valutazione dei pro e contro,

di quello che andiamo a dire o fare risulta impulsiva e poco equilibrata.

L’impulso emotivo è una risposta valida per tutte le stagioni, una risposta generica. Come la prima soglia di risposta immunitaria. E dunque non può essere né organizzata, né può essere precisa. Esita al contrario in una risposta generica e molto basica. Ci evita anche di sentire la vergogna derivata dalla sensazione d’incapacità di gestire la situazione. E in generale ci permette di non sentire come ci percepiamo in quel momento.

Secondo Richard Schwartz, l’ideatore dell’i.f.s. (terapia dei sistemi familiari interni) nei momenti di forte stress intervengono ad aiutarci delle forze interne, degli agenti protettori che ci aiutano a dispiegare in un attimo le nostre azioni secondo schemi organizzati che ci permettono di fare bella figura chiamati ‘manager’, ma anche agenti protettori che ci distolgono da momenti in cui i manager falliscono o non sono sufficienti, sicchè ci sentiamo in crisi e impotenti o incapaci di affrontare la situazione; questa seconda linea di difesa impiega dei protettori chiamati ‘vigili del fuoco’.

Mentre i protettori ci aiutano (anche se in modo stereotipato, per come hanno imparato a fare in altri simili momenti di difficoltà) e ci proteggono dal senso d’incapacità di non saper gestire o compiere delle azioni, i vigili del fuoco al contrario agiscono per evitare di poter percepire quel senso d’indegnità, di frustrazione che proveremmo sentendo quel senso d’incapacità, senso di vergogna, o senso di colpa per non essere in grado di agire coerentemente o convenientemente che abbiamo percepito in occasione della situazione traumatica.

 

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