Il trauma è qualcosa che viviamo, una situazione o una condizione di vita che ci ha trovato impreparati, dunque giunta inaspettata, che neppure pensavamo potesse accadere, e che è poi diventata reale ma non sapevamo come fronteggiare. Abbiamo dapprima reagito con smarrimento, poi sottovalutandone la portata, poi ancora iniziando a sentire i mass media che iniziavano a non parlare d’altro, dunque ci siamo dovuti riscuotere. Poi ci siamo preoccupati, in maniera sempre crescente man mano che aumentavano i morti, per poi iniziare con gradualità a prendere consapevolezza della reale portata del problema e delle ricadute che avrebbe potuto avere sulla salute pubblica. Per realizzare le conseguenze che avrebbe potuto avere ‘persino’ su di noi, dentro le nostre case di mattoni, seppur sprangate pur sempre malsicure, e sul lavoro, che minaccia di fermare le nostre attività. Infine, con la perdita delle libertà personali. Libertà di pensiero libero appunto, dato che via via quasi tutti i pensieri hanno iniziato a coagularsi e chiudersi dentro poche brevi e concise domande: passerà? E quando? Potrei esserne colpito ‘persino’ io? E i miei famigliari? Ed i miei amici? Potremo festeggiare in giro la Pasqua? E le vacanze?
Cosa rimarrà dentro di noi se e quando tutto questo terrore e panico saranno cessati?
Resterà il trauma derivante appunto da tutto questo terrore e tutto questo panico?
Alla prossima piccola per continuare questo viaggio….
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