come io vivrei (per come sono fatto) la stessa situazione ed il modo in cui la vivi tu. Il mio aiuto può essere quello di rivelarti come lo sento provenire da te e come m’immagino lo affronterei a partire dalla mia sensibilità. Lo svantaggio del legame è simile a quello dell’ipocontriaco il quale, sentendo che l’altro è malato prova lo stesso vissuto financo a percepire sintomi analoghi e in aggiunta vive l’ansia di riscontrarne gli stessi esiti dell’altro. Nel legame non si riesce bene a tracciare dei confini appropriati tra noi e l’altro, tra come noi viviamo ogni cosa noi distinta da come la vive l’altro, con il risultato che il ‘rapporto’ risulterà difficile da scindere e da separare nel caso in cui non ci trovassimo più bene insieme. Il legame può riguardare entrambi i membri della coppia oppure riguardare una persona verso l’altra ma non viceversa, strutturandosi come un legame monodirezionale di dipendenza. Quando uno dei due vuol separare la coppia, scioglierla, l’altro non reputerà possibile tasse scissione poiché la fusionalità che si è sviluppata rende difficile se non impossibile capire la differenza tra l’esperienza di una coppia che non funziona più e che quindi richiede di essere conclusa trattenendo tutta l’esperienza che ha permesso di costruirla, evolverla, fino a portare il rapporto al termine di una fase tuttavia felice per ciascuno, e l’esperienza di venir privato di qualcosa che ormai mi appartiene di diritto e che non può essere sciolto senza il consenso di entrambi. Chi viene lasciato spesso si sente umiliato, rifiutato, disprezzato, non più piacevole per l’altro, negato e infine vittima, sicchè matura emozioni primarie quali la rabbia che lo trasformano invero in carnefice attraverso una ruminazione continua ed incessante di rancore, livore, fino al furore e financo al desiderio di rivalsa e vendetta. Il contenitore di un flusso di amore, fiducia, rispetto, affetto, dignità, tenerezza, ecc. diventa un contenitore per ogni genere di risentimento, che cova sinistro nella speranza di far nuovamente sentire all’altro ciò che sento ora io, affinchè patisca anch’egli tutte le emozioni e sentimenti disastrosi e disastranti che mi stanno rovinando la vita. Te la rovinerò anch’io la vita! Questa escalation di convinzioni e piani d’involuzione e di disfatta inevitabile una volta messa in moto non riesce più ad essere fermata da chi ritiene di possedere i mezzi per sporcare fino a distruggere anche retrospettivamente quanto è stato costruito col tempo attraverso esperienze umanizzanti. Nel legame la coppia non viene vista come coppia ma vissuta come l’unione di due anime e due corpi che si compenetrano divenendone solo uno, oramai inscindibile; la disfatta dell’uno corrisponde all’affondamento della nave che è stata progettata dai due. Bisogna anzi farla affondare del tutto per concludere quello che è stato e non sarà più, data la resistenza dell’altro a capire che non si tratta di un gioco, sicchè ciascuno può abbandonarlo quando vuole o quando si è stufato ma è qualcosa di più profondo. Qualcosa che avendo condizionato le vite di entrambi non può essere abbandonato da uno per entrambi. Nel legame io amo te e vivo per te, non per la coppia. Il legame è una cosa seria, impegnativa, in cui l’altro è tutto per me, io farei tutto per l’altro e mi compiaccio dell’altro; è l’atto d’amore che co-involge una specifica persona, non un luogo in cui stare bene insieme e la costruzione di un ambiente relazionale sereno, felice e costruttore di idee ed esperienze nuove e diverse. L’altro è il mio tutto, senza l’altro non sono niente, divento una nullità, l’altro per il quale ho annullato me stesso, la coppia non è che l’altro che lui mi ama quanto io lo amo, per l’altro farei di tutto e farò di tutto pur di non perderlo, dato che mi sono perso nell’amore per l’altro. Non si ama la coppia, la piacevolezza dello stare insieme, del desiderare di vedersi e di condividere esperienze per percorrere quantomeno un tratto di vita insieme; si ama l’altro per quanto mi è piaciuto, per quanto è bello, allegro, figo, irriverente, deciso, per quanto mi fa stare bene, anche se oggi non mi vuole più e non capisco come sia possibile. Com’è possibile? L’altro mi è sempre piaciuto e io sono piaciuto sempre all’altro fin dal primo momento, com’è possibile che non gli/le piaccio più dato che gli/le sono sempre piaciuto? Io sono sempre la stessa persona, non sono cambiato, e rifarei tutto quello che ho fatto nello stesso modo, dunque perché oggi non gli/le vado più bene se non è cambiato niente? Forse ha in testa qualcun altro, qualche schifoso che si è intromesso nella Mia storia, uno schifoso/a che vuole farmi rovinare il Mio ‘rapporto’. Farò a vedere anche a quest’altra persona chi sono e di cosa sono capace visto che vuole distruggere la Mia vita e confondere il Mio Amore. Si tratta di gelosia o di amore? Forse solo di un legame.

Ho qui provato a delineare la genesi, l’anatomia non di un amore ma di un tradimento d’amore, poiché chi vive un legame anziché un rapporto si sente innanzitutto tradito dall’altro, indipendentemente che ci sia un terzo soggetto; soffre e reagisce ad un tradimento, ad un gesto che ritiene inconsulto, sbagliato, su cui è impossibile persino formularci sopra un pensiero, un gesto perpetrato consapevolmente ai propri danni, con lo scopo o comunque con l’evidente conseguenza di danneggiarlo o distruggerlo.

Educarsi all’affettività passa per prima cosa dal saper distinguere tra legame e rapporto.