Cos’è un trauma? Un film dell’orrore? Un incubo? Un brutto ricordo? A volte è un episodio o momento di vita che a ricordarlo ci terrorizza ancora; ancora più spesso è qualcosa che ci ha cambiato la vita ma che non ci fa più alcun effetto, che ricordiamo a stento e ci sembra sepolto nel tempo o addirittura troviamo noioso. Ma che ci ha rovinato la vita… Dobbiamo proprio andare a rivangare tutto, o cercare il meglio di noi stessi? Diciamolo all’italiana anche se è più difficile: si chiama psicotraumatologia. Chi non ha vissuto dei momenti difficili che ci sono rimasti impressi nel cuore e nell’anima? Può trattarsi di singoli episodi oppure di periodi di tempo che hanno generato una condizione difficile da affrontare, tanto difficile da farci scappare, da farci comportare in maniera per noi irriconoscibile oppure impossibile da mettere a fuoco, tanto da indurci a negarla perfino a noi stessi… Il percorso per liberarci dei nostri pesi è quello di farli rilasciare da quelle parti che sono state messe in quarantena, separate dalle altre connessioni nervose ma che riappaiono e ci sovrastano tutte le volte che qualcosa che viviamo ci riporta ‘implicitamente’, automaticamente a quanto è ancora bloccato nei circuiti nervosi e reconditi del nostro cervello. Sbloccare questi circuiti affinchè possano essere liberati e riaccolti nel torrente nervoso del presente e per il futuro è il nostro compito di psicotraumatologi.
Quando succede qualcosa che non ci aspettavamo questo ci crea curiosità, che nel caso in cui la situazione ci appaia benevola o gestibile, controllabile, è un risvolto che si rivela positivo, ci fa stare bene e anzi ci motiva a saperne e capirne di più, cercare soluzioni più ingegnose o più pertinenti, più utili. Ma se più che curiosità ci crea interesse nel senso di preoccupazione, le cose sono molto diverse. Allora entriamo... in Allarme.
Cos’è un Trauma al tempo del Coronavirus? Viene da scriverlo con la C maiuscola, come se fosse un virus con la corona, un virus regale, più potente di tutto e di tutti. Qualcuno lo identifica come la vendetta della natura, che bistrattiamo tutti i giorni con le condotte dissennate di disprezzo verso il pianeta, la natura appunto. Ma questo coronavirus che immaginiamo gigantesco (pur essendo di fatto un ‘normale’ virus come molti altri che attraversano tutti gli anni il nostro organismo) che conseguenze psicologiche ed emotive porterà in noi?
Dopo quasi trent’anni di attività, di storie condivise con uomini, donne, coppie, famiglie, qualche volta bambini da soli, sono ancora qui ad ascoltare più di prima. Perché ‘più’? Perché ascolto sempre meno con le orecchie e sempre più con la passione, l’anima, la curiosità. Ma soprattutto con il corpo; ascolto il corpo dell’altro, e provo a ‘sentirne’ i movimenti e ne suggerisco altri, volontari e involontari.
Lavorando sulle malattie psicosomatiche ed aggiungendo considerazioni e tecniche sulla base dell’efficacia che avevano sui pazienti, ho notato che in psicotraumatologia molte delle metodologie che già impiegavo venivano anche qui utilizzate, trattando i postumi psicologici e psicopatologici derivanti da un sintomo particolare: il DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS.
Di cosa si tratta? Il disturbo post traumatico da stress, o P.T.S.D., è un complesso di sintomi che insorge dopo l’esposizione, unica o continuata nel tempo, ad una certa situazione, che può diventare dunque a lungo andare anche una condizione di vita del soggetto.